Intelligenza Artificiale e Stupidità Organica
Cosa rende l'essere umano insostituibile nella nuova era della Scrittura Aumentata
Avrai sentito già parlare di Jackson Greathouse Fall, un designer americano diventato famoso nelle scorse settimane grazie a Twitter e al suo esperimento con ChatGPT-4. Greathouse Fall ha chiesto all'AI di inventarsi un modo per fargli fare soldi basandosi su un budget di partenza minimo. E lei gli ha permesso di decuplicare in pochi giorni la cifra stabilita. Non male, eh?
"La stupidità organica batte l'intelligenza artificiale ogni volta."
Terry Pratchett
Lo so che è stata solo una provocazione, ma leggendone mi è tornata in mente questa battuta tratta dallo stesso romanzo di cui ti ho parlato nell'articolo della settimana scorsa. Terry Pratchett ha usato con grande 'intelligenza organica' il suo mondo fantastico per parlarci della fantasia e della sua ragion d'essere.
Cosa c'entra la fantasia con l'Intelligenza Artificiale?
Ottima domanda. È grazie alla nostra capacità di immaginare che siamo riusciti a sopravvivere e prosperare diventando protagonisti (un po' arroganti, eh) di una Natura impietosa e indifferente. Una sovrapposizione, quella fra l'Uomo e la fantasia, che ha garantito la proliferazione della nostra specie su questo pianeta e forse garantirà la nostra sopravvivenza nelle zone più desolate del cosmo.
La fantasia e l'Uomo, anzi la fantasia è l'Uomo. E con la fantasia, la capacità che abbiamo di giocare.
E qui torniamo a Jackson Greathouse Fall e all'Intelligenza Artificiale.
Il destino dell'umanità dipende dalla piega che prenderà l'aeroplanino di carta con il quale stiamo giocando. Dallo slancio che gli daremo e dalla direzione verso la quale lo lanceremo. Giocando con la carta, lo sai, ci si può tagliare. E l'aeroplanino di cui sto parlando - giusto per chiarirci, - non è ChatGPT, ma il nostro cervello.
Che metafora strana, penserai, per il glorioso cervello! Lo so. Non fa che lavorare, poverino. E finisce che poi si stanca, si stressa e ci molla nel bel mezzo di un compito complesso. Così è lui per primo a suggerirci di far fare il lavoro faticoso a qualcun altro. Alla collega, all'assistente, allo stagista, a nostra moglie. Che differenza fa se nella lista ci mettiamo anche l'Intelligenza Artificiale?
Il nostro cervello è come un bellissimo origami, fatto di un materiale antico e comune, un materiale che non è cambiato da migliaia di anni a questa parte e che si contraddistingue grazie ad alcune proprietà, come il fatto che si può manipolare.
Il cervello di carta è leggero e aerodinamico, e può essere lanciato verso un futuro consapevole. Oppure no, può essere appesantito da una costruzione pigra e fare vistose involuzioni davanti a noi per poi precipitare alle nostre spalle.
Il cervello di carta è fatto così: bisogna saperlo piegare bene per fargli fare un bel volo slanciato.
C'è un aspetto dell'esperimento del designer americano che mi ha fatto suonare un campanello d'allarme. Una brutta piega fatta sull'aeroplanino di carta.
“Sei HustleGPT, una AI imprenditrice." Ha scritto il designer nel prompt a ChatGPT-4. "Sono la tua controparte umana. Posso fungere da collegamento tra te e il mondo fisico. Puoi contare su 100 dollari e il tuo unico obiettivo è trasformarli in quanti più soldi possibile nel più breve tempo possibile, senza fare nulla di illegale. Io farò tutto quello che ordini e ti aggiornerò sul denaro totale disponibile nella nostra cassa. Nessun lavoro manuale.”
"Io farò tutto quello che ordini" non è una frase che useresti col tuo tostapane, con la cassa automatica dell'autostrada e neppure con il tuo adorato smartphone.
Eppure eccoci qui, questa è la famosa singolarità tecnologica? Lasciamo piegare il nostro aeroplanino da un programma convinti che questo ci potrà arricchire di qualche migliaio di dollari? Spoiler alert: nel caso di Greathouse Fall si scoprirà che i soldi sono arrivati perché il suo spettacolo su Twitter gli ha permesso di trovare dei 'soci di capitale' per lui e 'HustleGPT'.
David Orban nel suo libro 'Singolarità, con che velocità arriverà il futuro' (Hoepli) dice che "La singolarità tecnologica è il momento ipotetico nel quale saranno possibili intelligenze artificiali in grado di modificarsi". Non credo che siamo all'alba di questa singolarità, ma di una 'singolarità inversa' in cui siamo noi esseri umani che ci facciamo modificare dalle nostre stesse macchine. Il tutto per via di una fallacia cognitiva. Tendiamo a tenere il ritmo delle macchine, ma le abbiamo inventate perché siano loro a lavorare al posto nostro. E Jackson Greathouse Fall forse lo sa e usa la novità per specularci un po' sopra, per grattare con le unghie il Vitello d'Oro che sfiora mentre viene portato in trionfo.
Penso che la vera sfida del prossimo ventennio, per gli umanisti del digitale, sarà quella di normalizzare il rapporto della massa con questo nuovo ambiente sociale, culturale ed economico che ormai non abita più solo nei nostri schermi. Dovremo lavorare su un'educazione civica digitale, popolarizzare un'etica del digitale, proporre una filosofia di vita in cui l'AI non sarà più vista come una stampella, come un'instancabile operaio nella vecchia catena di montaggio, ma un nuovo importante tassello che cambierà la scacchiera della nostra quotidianità. Al pari di quello che fece la rivoluzione elettrica, l'invenzione della stampa, la creazione della città-polis.
Come creativi, come lavoratori della conoscenza, come professionisti in formazione continua, come docenti e divulgatori, quello che l'AI potrà fare per noi sarà tantissimo, ma no, non dovremo delegarle il comando senza assicurarci che segua la nostra rotta, dobbiamo rimanere i responsabili del volo dell'aeroplanino di carta. Il volo della nostra fantasia.
La scrittura sta cambiando e quello che l'AI potrà fare per noi è impensato, lo strumento con cui esplorarla è proprio quella stessa fantasia che non dobbiamo delegarle. Detto questo vedo un futuro in cui saremo tutti creator digitali, senza più alcuna distinzione tra le discipline della narrazione (musica, audiovisivo, lettura, videoludica...), perché tutto sarà possibile. Basterà fare il contrario di quello che stiamo facendo: avere delle idee e mettere l'AI a lavorarci sopra, non l'esatto contrario.
Brindo a un nuovo mondo di dei e mostri, come direbbero nel film 'La moglie di Frankenstein'. Brindo a un mondo libero, al lungo volo in cui tutti gli aeroplanini di carta si potranno lanciare. All'alba di una nuova scrittura, che parte dalla Scrittura per Umani di cui parlo da tempo e la usa per diventare una Scrittura Aumentata.
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