Ricomincio da Tre (atti)
Non seguire mai un piano soltanto, lo sai già. Preparati a vedere tutte le strade che si aprono davanti a te, ma fallo a piccoli passi progressivi: questo è il segreto.
Nel 1941 uno dei miei autori preferiti, Jorge Luis Borges, pubblicò un racconto che s’intitola “Il giardino dei sentieri che si biforcano”.
La trama parla di una spia cinese che lavora per il servizio segreto tedesco durante la Prima Guerra Mondiale. L’uomo viene scoperto e la sua fuga finisce per diventare un viaggio nel labirinto del tempo e della predestinazione.
Se non ti è ancora capitato di leggerlo, te lo consiglio caldamente.
Dal racconto sul ‘giardino’ possiamo imparare diverse cose sulla struttura di una storia e sul senso del tempo.
Nel racconto si parla dell’antenato del protagonista, molto noto in Cina per due cose:
aver scritto un libro di difficilissima interpretazione, che non ci ha capito niente nessuno,
e aver costruito un labirinto la cui ubicazione però non si è mai trovata.
Spoiler!
Il libro è il labirinto. Al suo interno infatti non viene raccontata una storia, ma tutte le storie possibili determinate dalle diverse scelte dei personaggi. Per questo non è mai stato terminato dal proprio autore!
Il Tempo è un catalogo di possibilità che viene sfogliato con distrazione dalla maggioranza delle persone, ma tutte le nostre scelte e quelle degli altri determinano una serie pressoché infinita di deviazioni, linee temporali, universi paralleli, mondi possibili nei quali noi siamo al centro di un caleidoscopio di forme e colori in costante trasformazione.
Creare una mappa di questo labirinto è un’impresa impossibile. In un certo senso, però, è proprio quello che fa uno scrittore. Sempre che non ci si perda perché ha deciso di vagare senza meta.