Non essere interessante... Se ci riesci!
Vonnegut, le buste da lettera che non voleva ordinare online e l'archeologo che gli cambiò la vita (e che cambiò anche la mia)
Stamattina mi sono svegliato con Kurt Vonnegut nella testa. Non tanto un suo romanzo nello specifico, non voglio parlarti di libri, tipo di Mattatoio N.5.
È proprio Vonnegut-lo-scrittore che c'ho in testa da stamattina. Le sue idee, il modo diretto col quale le esprimeva.
Tipo quella volta, dicono, che a casa sua avevano finito le buste da lettera e lui voleva uscire per andare a comprarne una soltanto. E mica c'era bisogno di farlo, gli disse la moglie. Bastava ordinare una confezione da cento buste online, no? Ché mica erano così in bancarotta da non potersele permettere!
Vonnegut, però, non voleva perdersi l'occasione di uscire.
A proposito di uscite, sono reduce da una bellissima e intensa mattinata in una scuola bolognese. Alessandro Berselli mi ha invitato a mostrare 'il mio angolo' sulla scrittura a un nutrito gruppo di liceali che occupavano i banchi di una grande aula, di un grande edificio storico della mia città, dalle cui grandi finestre abbiamo visto insieme cadere tra le torri la (mia) prima neve dell'anno. Maledetta primavera.
Non è stata la solita 'giornata con lo scrittore', non credere. Oggi voglio parlarti di curiosità, di apertura al mondo e dell’importanza di cazzeggiare.
Fammi finire.
A scuola non abbiamo parlato dei miei romanzi, delle sceneggiatura o dei miei spettacoli. Ho parlato per cinque ore di fila di come tutti noi possiamo scrivere di più per fare tante cose diverse. E certo, tra queste cose che possiamo fare c'è la nostra inevitabile relazione con le storie che raccontiamo agli altri e quelle che ci raccontiamo da soli. E c'è tanta scrittura pratica, o come l'ho chiamata prima dell'arrivo di ChatGPT, la scrittura per umani. Perché con un’intelligenza artificiale si possono scrivere romanzi (molti romanzieri che leggo scrivono anche peggio) e persino realizzare cartoon, ma non si può far scrivere a nessun altro come stiamo, come ci sentiamo, quali progetti e sogni abbiamo per il futuro.
Vonnegut sosteneva che non siamo fatti per stare fermi, che ci dobbiamo muovere, incontrare gente per strada, che dobbiamo chiedere la razza del cane a una sconosciuta che lo tiene al guinzaglio, che possiamo lamentarci del meteo con qualche pensionato e magari scambiare una battuta sulla partita di serie A con il cassiere del supermercato. Così, a caso. Perché gli esseri umani sono animali danzanti, diceva Vonnegut, e io penso che sia una bellissima cosa da riscoprire, di come siamo fatti.