Chi scrive lo sa, il mestiere delle storie è fatto di passi avanti e passi indietro. È un balletto, una quadriglia, soprattutto un moonwalk.
Nello specifico, chi scrive deve imparare un passo di danza mentale alquanto elaborato: io lo chiamo 'il passo del gambero quantico'.
Questo peculiare crostaceo spaziale, per chi non frequentasse la regione dell'Universo Possibile in cui potrebbe trovarlo (appunto perché è un Universo Possibile!) è un animale molto raro ed estremamente difficile da catturare.
A differenza del gambero tradizionale che sappiamo muoversi avanti e poi improvvisamente all'indietro - da cui l'uso dell'espressione 'andare a passo di gambero' - il gambero quantico è una creatura che si muove contemporaneamente avanti e indietro. Hai capito bene. Verso il futuro e verso il passato nello stesso momento.
Lo scrittore, per essere un decente scrittore, deve saper fare bene il passo del gambero quantico.
Dobbiamo vedere il passato e il futuro dei nostri personaggi mentre ne percorriamo le vicende. Andiamo in avanti, procedendo anche a ritroso, per annodare i fili del tempo e stringerli forte in modo che i personaggi non scappino via. Questo sarebbe un problema, provocherebbe un buco che farebbe perdere la comprensione al lettore, contravvenendo alle leggi ineludibili della credibilità (o come la chiamiamo sul pianeta delle storie, la ‘sospensione d'incredulità').
Troppa roba? Ne riparleremo.
Rimaniamo sul concetto dell'andare avanti e indietro insieme. Nello sviluppo di una storia significa lavorare per fare in modo che ogni cosa che si fa accadere 'dopo', abbia un senso anche 'prima'. Il dopo è parte della storia che stiamo raccontando, il prima è parte della storia di ciascun personaggio. In termine tecnico potremmo anche chiamarla 'backstory' proprio perché è 'la storia prima della storia'.
Perché è così utile lavorare con il passo del gambero quantico? Semplice, serve a dare coerenza a un personaggio e creare l'illusione dell'esistenza. Avere una ‘storia prima della storia’ illude il lettore che il personaggio è vivo e che il narratore sta solo comunicandone le gesta.
Questo sottinteso nella narrazione è importantissimo in tutti i tipi di comunicazione. Quando un prodotto arriva sul mercato se è una novità senza una storia di sviluppo dietro le spalle, incontra la diffidenza del potenziale acquirente. Per cui, si racconta la storia di come è nato il prodotto.
Lo stesso valga per i politici, ormai trattati come prodotti anche loro. Quando vogliamo affidarci a qualcuno, soprattutto se ha il vantaggio della freschezza 'dell'uomo nuovo', avrà anche il limite della diffidenza che abbiamo nei confronti di chi arriva da... dove, esattamente?
Quindi quando si fa narrazione in politica si cerca di costruire un percorso in cui si racconta 'la storia prima della storia' del candidato. Da dove viene, quali scelte ha fatto, quali errori ha commesso e cosa ha imparato.
Ti ricorda niente? Esatto, proprio come in un romanzo, o come in un film.
Le storie ce le raccontiamo tutti quanti, ma quando si tratta di storie da scrivere - e quali storie non si scrivono prima di diventare qualsiasi altra cosa? - bisogna ricordare che è importante, molto importante, conoscere il linguaggio delle storie. E per farlo ahimè, hai un solo modo.
Un mio vecchio amico mi diceva sempre che il modo migliore di imparare una lingua straniera era farlo 'a letto'. Non sono sicuro di quello che intendesse, per via di un'aura di candore che voglio mantenere ai tuoi occhi, ma non aveva tutti i torti.
Bisogna essere un po’ promiscui, se si vuole imparare qualcosa.
Te ne parlerò domenica, insieme alla mia backstory e qualche aggiornamento sul nuovo romanzo.
Hai solo un compito nel frattempo: controlla la tua tessera della biblioteca e se non ne hai una, valuta la possibilità di farla. Oggi si possono chiedere in prestito anche gli ebook: conosci MLOL, per esempio?
Mi fermo, che sto andando troppo avanti... o forse sto andando indietro! Chi lo sa, a volte mi confondo.
Il passo del gambero quantico è quantomai salutare, e anche salutare è piuttosto salutare, specialmente quando si rischia di diventare noiosi. Quindi io ti saluto.
Ti aspetto fra le righe.
Lo scrittore e il tempo
Bravo! Un altro passo in avanti… o indietro?!