Il ROMANZO CAPOVOLTO comincia così?
Come (quasi) ogni domenica, è arrivato il momento di aprirti le porte della mia bottega virtuale e mostrarti il frutto di questa settimana di scrittura e di creatività. Preparati a nuovi spoiler!
Ci siamo scritti la settimana scorsa di quanto sia delicata ogni fase del MODELLO S.C.R.I.V.O. e di quanto ogni volta che si torni a una fase precedente sia importante ripassare dalle singole fasi per verificare l'efficacia delle modifiche fatte. Siano queste necessarie (perché qualcosa non torna nella fase di sviluppo nella quale ci troviamo) o soltanto desiderate (perché ci è venuta una nuova idea che vogliamo integrare e mettere alla prova).
Non è difficile. Il ciclo di produttività creativa è abbastanza elastico da guidarci liberamente in questo viaggio.
Prima, però, una parola sulla differenza tra produttività e creatività che poi avremo modo di approfondire.
La principale differenza fra questi due aspetti fondanti del comportamento umano è per me una soltanto: la paura.
La produttività è tutta concentrata all'azione ed evita la paura del vuoto e del buio.
La creatività ci costringe a buttarci nel vuoto con un fiammifero acceso in mano. Abbiamo paura, perché creatività vuol dire nuovi territori inesplorati (per noi), nuove idee e grande incertezza.
La produttività d'altro canto è una sicurezza: sappiamo cosa dobbiamo fare e lo facciamo, cercando di ottimizzare al meglio le nostre energie.
C'è chi dice che creatività e produttività non possano stare insieme, chi vede questi due aspetti all'interno di un sistema binario in cui non possono coesistere allo stesso momento.
Io penso sia possibile lavorarci!
Il MODELLO S.C.R.I.V.O. è una spirale al centro della quale affiniamo il nostro progetto seguendo il filo rosso di un processo produttivo che incoraggia e stimola iterazioni creative.
In queste mail ti parlo di un romanzo, ma potresti fare la stessa cosa per il rebranding di un'azienda, per una strategia di posizionamento di prodotto, per un cortometraggio amatoriale o un soggetto di serie (TV).
Un'amica SBLOCCATA, per esempio, lo sta usando per costruire un servizio online che presto potrebbe diventare una startup.
Si tratta soltanto di cominciare 'a girare' attorno alle varie fasi, ritornando alla fase 1 ogni volta che vogliamo (o dobbiamo!).
Ormai hai capito l'antifona, lo so. Vorrei farti molti esempi di come applicare S.C.R.I.V.O. alle varie esigenze di ciascuno di noi.
→ Ti incoraggio a rispondermi direttamente a questa mail per potermi chiedere come il modello possa essere utile al tuo scopo. Sto raccogliendo le vostre richieste e cercherò di pubblicare diversi articoli sul blocco per mettere alla prova il ciclo di produttività creativa.
Mi sembra giusto nel frattempo chiederci insieme che cosa succede quando siamo finalmente soddisfatti del nostro 'piano' e procediamo dalla fase 4 verso la fase 5: VERIFICO.
Fase 5: cosa verifichiamo e o come lo facciamo.
Nella fase 5 del ciclo di produttività creativa, ovvero VERIFICO, si fanno delle prove di realizzazione del nostro prodotto, servizio, della storia che vogliamo raccontare.
Nel caso di un romanzo, del mio nuovo romanzo, mi sono posto il problema del tema nella fase 2, ma non mi sono ancora posto il problema del tono della narrazione, della posizione del narratore, di come strutturare la pagina e del modo in cui parleranno i personaggi tra loro.
So chi sono i protagonisti, perché ho studiato nella fase 1; so cosa vogliono dire dalla fase 2; so qual è il conflitto principale e cosa cambierà per loro dalla fase 3 e ora so anche cosa gli succederà passo passo (no, ancora non te lo mostro 😜).
Ora devo capire com'è fatto questo romanzo. Che sapore dovrà avere ogni singola pagina.
La fase 5 è la fase in cui facciamo delle prove di scrittura e le diamo in pasto ai nostri primi lettori, ai nostri editor, a chi lavora con noi e ci può dare dei riscontri sinceri e rispettosi.
Grazie a questi riscontri, grazie al modo in cui noi stessi reagiamo alle prove fatte, scegliamo una strada di realizzazione e cominciamo a mettere la ciccia sullo scheletro della storia tracciato nella fase 4. La ciccia è fatta di parole, di descrizioni, di dialoghi.
Ecco un esempio di prova di stesura
È un assolato, umido pomeriggio estivo quando alcuni ragazzini che stanno giocando in un campo vicino all’argine della golena - proprio dove il fiume esonda quando le piogge gonfiano quello che oggi è un rigagnolo limaccioso, - vengono attratti da uno spaventapasseri piantato su un palo. Decidono di fare qualche turno di 'Un, Due, Tre, Stella'.
Luca, il più piccolo, si poggia allo spaventapasseri per contare. Tiene il volto nascosto sulle gambe incrociate del pupazzo.
"Un, Due..." cerca di concentrarsi sul gioco, sa che il più veloce fra loro è Sandro e non vuole farsi sorprendere quando si girerà.
"Tre...."
L'odore che all'improvviso sorprende Luca supera quello dell'erba medica e del limaccio. Gli ricorda lo stesso odore del macello di suo padre. È lo stesso odore che sente in certi giorni dell’anno, quando gli fanno guardare la TV con le cuffie anti-rumore. Lui lo sa cosa succede, a scuola hanno letto come si uccide un maiale. L’odore lui lo conosce bene.
"Tre..." ripete ancora una volta.
Luca smette di contare, guarda verso l’alto. Cerca di distinguere la figura dello spaventapasseri davanti al cerchio pulsante del sole allo zenit che lo sovrasta.
Il profilo sotto al sacco che copre la testa del fantoccio non sembra fatto con la solita massa di paglia e fogli di giornale. Il materiale che riempie i pantaloni è morbido, ma duro all'interno. Li tocca con entrambe le mani mentre gli altri bambini hanno cominciato a lamentarsi perché sta rovinando il gioco.
Quando Sandro gli arriva alle spalle per stanarlo e prendere il suo posto vede il suo sguardo congelato sotto al sole, ghiacciato da un brivido che gli ha fatto uscire gli occhi dalla testa.
"Dai, Lu... vogliamo giocare o no? Cos'hai?" gli chiede facendo oscillare il palo con energia.
Luca si sposta indietro di un passo appena prima che la testa dello spaventapasseri caschi sopra ai sandali dell'amico. Quando Sandro muove i piedi per scalciare i grandi vermi gialli che fuoriescono dal sacco l'unico a non urlare è proprio Luca, che ha già capito tutto.
Dal sacco spunta una mascella umana scarnificata. Una lingua lunga e scura di sangue rappreso dipinge un tratto rosa sulla sabbia, ma loro non la vedono. I bambini stanno correndo e sono già lontano, in direzione del paese, e non si fermeranno prima di essere arrivati davanti alla porta bianca della stazione dei Carabinieri di Torre di Reno.