A cosa serve davvero scrivere
La verità dietro all'attività più faticosa e bistrattata che in troppi hanno smesso di frequentare, ma che tutti dovrebbero ricominciare a praticare
Scrivere bene
Erano i sensazionali anni '80 del secolo scorso. Ero un 'bimbo linfatico', il modo gentile e un po' pseudo-scientifico di chiamare i bambini cicci e malaticci. Frequentavo le scuole elementari, quando la salute me lo permetteva. Altrimenti frequentavo l'A-team, Supercar, MacGyver, Manimal e le merendine. Quando ero a scuola, la mia maestra mi coinvolgeva sempre in prima persona. Mi spronava a prendere la parola, mi dava responsabilità e ruoli in cui dovevo confrontarmi con gli altri. Recitare, fare un turno da 'sceriffo di classe', entrare nella squadra di ping pong, in quella di orienteering... E soltanto di recente ho capito, forse, perché lo faceva. Non lo faceva perché ero portato. Au contraire. Lo faceva proprio perché ne avevo bisogno! Vivevo molto tempo in isolamento. Voleva aiutarmi a trovare una connessione.
Fatto sta che una volta questa donna strepitosa e un po' sadica, mi punì. Mi fece riempire un quadernetto intero con la frase 'Ciao mamma, vado a scuola'. Perché? Probabilmente avevo fatto qualche errore di ortografia di cui adesso non ricordo. In compenso ricordo bene cosa mi disse la maestra per giustificare i miei crampi al polso. Mi disse che scrivere bene era importante, anche se parlare sembrava più facile, scrivere bene era l'unico modo per sapere davvero cosa stavo dicendo.
Per inventare mostri
Quando la nostra scuola partecipò a un concorso in cui ai bambini veniva chiesto di 'inventare' dei mostri, un concorso legato a un'esposizione dedicata a Carlo Rambaldi - il creatore di E.T, di Alien e il presidente della giuria! - ero triste perché non ero bravo a disegnare. La maestra, però, mi suggerì di raccontare i mostri che mi ero inventato con un tema, e grazie alle parole riuscii a immaginarmeli, la matita fece maldestramente il resto. Capii che con le parole potevo descrivere qualsiasi cosa, anche cose che non esistono e che non si possono ancora disegnare perché magari 'si sentono' e non si vedono.
Grazie a quel concorso incontrai Rambaldi di persona, ricordo il suo dopobarba dal profumo intenso di bosco e non ricordo se vinsi, ma è possibile che sia una delle poche volte che ho vinto qualcosa nella mia vita. Ricordo che Rambaldi quel giorno ci fece 'pilotare' il pupazzo telecomandato di E.T. e ho ancora una foto, nell'album di famiglia, con un bimbo linfatico che sorride appoggiato al gigantesco palmo della mano di King Kong. Quello che colpì Rambaldi del mio progetto, mi disse, fu la storia che avevo scritto. E questa cosa un po' mi ha segnato.
E costruire qualsiasi cosa
Nel corso degli anni che sono seguiti ho dimenticato questo super potere. Ero troppo occupato a evitare di farmi bocciare in latino per potermi fare bocciare in matematica, salvando il salvabile tra il cinque e il sei.
Un giorno, poi, mi sono reso conto ancora una volta che l'unica cosa che mi serviva per rendere concreta una fantasia era scriverla. E la fantasia poteva diventare qualcos'altro. Poteva diventare un progetto, un piano, un prodotto, un servizio, una comunità, qualsiasi cosa!
Cominciando dalle parole
Scrivere rende concreti i nostri pensieri. Se li scriviamo possiamo manipolarli e non farci manipolare da loro, renderli più chiari, pesarne la loro qualità e consistenza.
Scrivere ci aiuta a catturare le nostre emozioni per farne qualcosa o per farne un bel niente, lasciandole andare, mentre scivolano lungo le righe, lontane dalla nostra testa.
Possiamo rivisitare le nostre parole quando vogliamo, una volta che le abbiamo scritte.
Scrivendo bene, si sa oggi più di ieri, impariamo a comunicare meglio. Se è vero che la maggior parte della nostra comunicazione interpersonale è non-verbale, è anche vero che la maggior parte della nostra comunicazione oggi è mediata dal mezzo scritto. Lettere, libri, compiti, rapporti, progetti, tutta internet. E non parliamo delle mascherine che hanno dimezzato la nostra espressività facciale.
Aveva ragione la maestra.
Che tu voglia scrivere narrativa (fiction) oppure saggistica (non fiction), contenuti web o audiovisivi, il vero obbiettivo che può aiutarti a raggiungere questa incredibile abilità che l'essere umano è riuscito a sviluppare nella sua evoluzione è quello di pensare meglio e progettare attraverso il racconto.
Infine, di comunicare prima di tutto con te stesso. E se saprai trovare le parole giuste per farlo, sarà più facile arrivare anche agli altri e raccontare loro le tue idee.
Io lo chiamo DESIGN STORYTELLING.
Ideare è quantomai salutare, e anche salutare è piuttosto salutare, specialmente quando si rischia di diventare noiosi. Quindi io ti saluto.
Ti aspetto fra le righe.
Anche io ho avuto una bravissima Maestra come la tua, è una fortuna incredibile! Ed è anche una responsabilità… dobbiamo fare qualcosa di bello con quello che ci hanno trasmesso! 🧡